Carenza di personale sanitario in Italia: un’emergenza da affrontare

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Dati, rischi e proposte per una soluzione strutturale

La carenza di personale sanitario in Italia è un problema che si sta aggravando negli ultimi anni. Secondo i dati di Agenas, al 30 giugno 2023, il personale in servizio nel Servizio sanitario nazionale (SSN) è pari a 1.095.455 unità, in aumento rispetto al 31 dicembre 2022 (+0,7%). Tuttavia, questo aumento è dovuto principalmente al recupero di posti vacanti da concorsi già banditi negli anni precedenti, mentre le assunzioni di nuovo personale sono state ancora insufficienti a colmare il gap.

Secondo le stime dell’Inapp, nel 2023 mancano all’appello circa 100.000 operatori sanitari, di cui 50.000 medici e 50.000 infermieri. Questa carenza si concentra soprattutto nelle regioni del Sud e nelle aree interne, dove il numero di abitanti è più scarso e le condizioni di lavoro sono meno attrattivi.

I rischi di questa carenza sono molteplici. Innanzitutto, può compromettere la qualità dell’assistenza sanitaria, con tempi di attesa più lunghi e un peggioramento delle cure. In secondo luogo, può aumentare il rischio di errori medici, con conseguenze anche gravi per la salute dei pazienti. In terzo luogo, può portare a un aumento dello stress e del burnout del personale sanitario, con conseguenze negative sulla loro salute e sul loro benessere lavorativo.

Per fronteggiare questo problema, sono necessarie soluzioni a breve e a lungo termine. A breve termine, è necessario accelerare le assunzioni di nuovo personale, anche attraverso la deroga alle norme sul riconoscimento delle qualifiche professionali conseguite all’estero. A lungo termine, è necessario intervenire sulle cause della carenza, che sono legate alla scarsa attrattività del settore sanitario, sia in termini di retribuzione che di condizioni di lavoro.

Tra le possibili soluzioni a lungo termine, si possono considerare:

  • Aumento della retribuzione: il personale sanitario italiano è tra i meno pagati in Europa. Un aumento della retribuzione potrebbe rendere il settore più attrattivo per i giovani e ridurre l’emigrazione di medici e infermieri.
  • Miglioramento delle condizioni di lavoro: il personale sanitario è spesso sottoposto a carichi di lavoro eccessivi e a condizioni di lavoro stressanti. Un miglioramento delle condizioni di lavoro potrebbe ridurre lo stress e il rischio di burnout, migliorando la qualità dell’assistenza sanitaria.
  • Incentivi alla formazione e alla carriera: è necessario investire nella formazione del personale sanitario, per garantire la sua qualificazione e aggiornamento. È inoltre necessario creare percorsi di carriera attrattivi, per valorizzare il lavoro degli operatori sanitari e incentivarli a rimanere nel settore.

Il governo italiano ha già annunciato alcune misure per fronteggiare la carenza di personale sanitario. Nel decreto “Milleproroghe” approvato a dicembre 2022, è stata prorogata fino al 31 dicembre 2025 la deroga alle norme sul riconoscimento delle qualifiche professionali conseguite all’estero. Nel decreto “Bollette” approvato a marzo 2023, è stata introdotta la deroga alla disciplina dell’esclusività per i professionisti sanitari del SSN, che consente loro di svolgere attività lavorativa anche in regime di libera professione.

Tuttavia, queste misure sono solo un primo passo. Per risolvere definitivamente il problema della carenza di personale sanitario, è necessario un intervento strutturale che investa sulla formazione, sulle condizioni di lavoro e sulla retribuzione del personale sanitario.

Fonti:

  • Agenas (2023). Report del sistema sanitario nazionale 2022. Roma: Agenas.
  • Inapp (2023). Carenza di personale sanitario: un fenomeno strutturale che si aggrava. Roma: Inapp.
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